- Bruce
Come nasce OnLife – OffLine
Mi trovavo a Milano ad un evento di professionisti di social marketing ed influencer. C’erano molti volti noti del web.
Essendo estraneo all’ambiente e da solo, vagavo mangiando e bevendo tutto quello che portavano i camerieri, come mio solito, ed ascoltando quello che i presenti dicevano. Non ero propriamente un professionista di quel settore specifico, non aveva molto senso il fatto che io fossi lì, ma qualcosa mi aveva spinto in quel luogo, quindi ascoltavo. Saper ascoltare ed essere ricettivi penso sia la base della comunicazione.
Conobbi così un sacco di persone, tutte molto simpatiche, sveglie, interessanti, preparate, incredibilmente competenti: il dialogo con loro mi aprì il mondo di Instagram, imparai ad usare le promozioni su Facebook ed a curare le pagine web delle mie attività. Feci subito mie le dritte che quei professionisti mi spiegavano. Ero assolutamente immerso in quel vortice di social network e tecnologia digitale e la serata mi piaceva molto: rimaneva però il fatto che non avesse molto senso la mia presenza in quel luogo, fatto di termini tecnici ed enorme preparazione informatica. Nonostante tutto, qualcosa mi faceva desistere dall’andarmene. E quindi ascoltavo.
Andai a presentarmi all’organizzatore dell’evento, molto conosciuto, molto stimato, pieno di followers ed assoluto protagonista della serata. Tra le tantissime lezioni che impartiva, da persona molto aperta allo scambio di informazioni, mentre tutti o quasi pendevano dalle sue labbra, lasciò scappare delle parole, che per tutti andavano a formare una semplice battuta, simpatica, divertente, innocua: per me no. In modo del tutto inconsapevole, mi illuminò.
Disse: “Che strano ritrovarsi tutti OFFLINE!”
Tutti risero. Risero proprio in virtù del fatto che aveva rivelato una realtà assurda, ma assolutamente vera. Fa proprio ridere il fatto che sia una situazione insolita poter guardare negli occhi una persona, parlarle, toccarla, sentirne il profumo. Fa proprio ridere comunicare ciò che siamo. Io non risi: non che fossi preoccupato da quella rivelazione, ma mi fece riflettere molto.
Al centro della mia vita ho sempre messo le relazioni: familiari, di amicizia, amorose, lavorative.. per me conoscere una persona, aldilà del ruolo che essa avrà nella mia esistenza, è il senso più profondo di ogni mia giornata. Assume questa importanza per me, perché credo fermamente che incontrare un altro sia l’unico modo per conoscere un po’ di più noi stessi. Conoscere l’altro, conoscere noi stessi, comunicare, cercare la Verità. Non credo sia utile piacere a tutti, penso che sia utile mostrarsi per quelli che siamo e mettere chiunque in condizione di provare simpatia, antipatia o indifferenza nei nostri confronti. Dare a chiunque la libertà di allearsi con noi, di farci la guerra o di dimenticarsi di noi.
“Mostrarsi per quelli che siamo”, “Comunicare”, “Verità”, “Ascoltare”.. tutti concetti e valori che non si trovano nei social network.
“Che strano ritrovarsi tutti offline!”: questa frase mi risuonava in testa come un campanello di allarme, come una chiamata ad una missione. Allora potevo andarmene: non era assolutamente vero che non avesse senso che io fossi lì.
La mia idea di invogliare ad passo indietro nel nostro stile di vita sociale, per tornare a comunicare veramente, realmente tra di noi, è nata così.
Consiglio questo interessante articolo sugli Hikikomori: http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2015/06/17/news/hikikomori-gli-adolescenti-chiusi-in-una-stanza-il-disagio-giapponese-dilaga-in-italia-1.217500

OnLife. OffLine.